Il primo maggio prende il via al Castello Estense di Ferrara la mostra dedicata a Giovanni Battista Crema. Oltre il Divisionismo.
Grazie alla Fondazione Ferrara Arte, alle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara e all’impegno di Vittorio Sgarbi, la città rende omaggio al suo illustre concittadino, noto esponente del Divisionismo italiano.
La mostra ne ripercorre la vita artistica dai primi anni, con l’esperienza romana dei giovani capitolini con Giacomo Balla sino al periodo post bellico attraverso una vasta selezione di opere, sia pittoriche che letterarie, alcune delle quali esclusive, frutto di prestiti privati e pubblici.
Raggiungere la mostra è facile e comodo, grazie alla centralità del castello e alla presenza dei numerosi parcheggi di cui la città di Ferrara è provvista. Primo tra tutti per dimensioni il Parcheggio in piazzale Kennedy collegato al Castello Estense tramite Corso Porta Reno ( “Qui” trovi il link su come raggiungerlo attraverso Google Maps).
La mostra inizia con una preliminare presentazione dell’artista fatta attraverso un ritratto scultoreo di Silverio Montaguti e due autoritratti eseguiti in età diverse. Prosegue poi il suo percorso attraverso sette sezioni che divulgano i cambiamenti stilistici e narrativi dell’opera artistica di Crema nel corso della sua vita: dalla scoperta del divisionismo, al simbolismo internazionale, passando per la ritrattistica, i soggetti di vita quotidiana e la chiamata alle armi.
Giovanni Battista Crema, nasce a Ferrara nel 1883, è qui che all’età 14 anni apprende le prime lezioni di disegno, spinto anche dal padre, noto avvocato che ne intuisce la passione ed il talento. Due anni dopo, a sedici anni, si trasferisce all’Accademia di Belle Arti di Napoli dove approfondisce lo studio della natura dal vero.
Nel 1901 si trasferisce a Bologna e nel 1903 a Roma dove a modo di frequentare la cerchia di artisti vicini a Giacomo Balla e avvicinarsi alla nuova tecnica pittorica del divisionismo alla quale restò legato per tutta la vita. Le condizioni di vita di operai, salariati, sfruttati, la denuncia sociale furono le prime tematiche espresse e condivise negli ambienti artistici romani che presto portarono a Giovanni Battista Crema riconoscimenti e plausi. Notevole il successo della critica nel 1905 all’esposizione della Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti a Roma dove Crema presenta il suo trittico “L’istoria dei ciechi dolorosa”.
Crema alternerà negli anni a venire la carriera pittorica a quella giornalistica scrivendo per testate Fiorentine come “Arte e Storia” e ferraresi. Parteciperà all’Esposizione di Belle Arti di Roma del 1907 con ben 12 opere. Nel 1909 a Rimini conseguirà la medaglia d’argento e d’oro alla Donatelliana di Livorno. Il 1910 e 1911 sono gli anni dell’esperienza internazionale a Buenos Aires e di Barcellona prima della partenza per la Grande Guerra.
Gli avvenimenti del conflitto bellico segneranno profondamente l’artista. Crema cominciò a rappresentare nelle sue opere scene di vita militare, conflitti, soldati in trincea, con grande attenzione e realismo. Opere che trovarono spazio all’Esposizione d’Arte ferrarese alla quale parteciperà nel 1920.
Giovanni Battista Crema prenderà poi parte anche al secondo conflitto mondiale. In veste di “Pittore di Guerra” ebbe il compito di narrare la quotidianità sulle navi. La guerra resta per GB Crema un momento molto doloroso, che nel 1946 perderà anche la mogie. Nel 1951 in suo onore gli viene dedicata una sala all’interno della Pinacoteca Civica del Palazzo dei Diamanti a Ferrara, poco prima dell’addio alla vita pubblica causa la morte del figlio. Giovanni Battista Crema morirà poi a Roma nel 1964.